Non solo sbarchi: L'imprenditoria straniera come ponte sociale e trasnazionale
Presentato il rapporto immigrazione ed imprenditoria a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS
È stato presentato a Roma, lo scorso 12 dicembre, la quarta edizione del Rapporto Immigrazione ed Imprenditoria, curato dal Centro Sudi e Ricerche Idos, con la collaborazione del CNA e del Money Gram, la società multinazionale specializzata nei servizi di money transfer.
Il volume anche quest'anno si presenta in versione bilingue, italiano ed inglese, ed approfondisce il tema dell'imprenditorialità immigrata a partire dai dati più aggiornati a livello comunitario, nazionale e regionale
I dati
571.000 le imprese gestite da lavoratori migranti all'inizio del 2017, quasi un decimo di tutte le attività registrate dalle Camere di Commercio (9,4%). Si tratta di un dato in continuo aumento negli anni (+25,8% dal 2011) e in controtendenza rispetto a quello degli italiani (- 2,7% di imprese dal 2011).
Si tratta per quasi l'80% dei casi di ditte individuali, anche se è in crescita la quota delle società di capitale (12,2%). Anche tra le start-up innovative aumenta il contributo degli stranieri (oltre 900 quelle in cui è presente almeno un migrante), che con le loro iniziative imprenditoriali già contribuiscono per il 6,9% alla creazione del valore aggiunto.
Gli imprenditori stranieri sono sempre più presenti nei segmenti ordinari dell'attività produttiva e alla consolidata presenza nel commercio (36,2%) e nell'edilizia (22,9%) si affianca il crescente inserimento nei servizi. Le attività di alloggio e ristorazione (7,7%) e i servizi alle imprese (5,5%) continuano a mostrare gli incrementi relativi più elevati (+46,0% e +77,5% dal 2011), mentre segna il passo la manifattura (7,8%).
Più marcata, rispetto all'intera base imprenditoriale, è la concentrazione delle aziende a guida straniera nel Centro-Nord (77,4% vs il 65,8% di quelle gestite da italiani di nascita). Lombardia (19,3%) e Lazio (13,0%), e al loro interno Roma (11,4%) e Milano (9,1%), si confermano le principali regioni e province attività. Sono però le grandi aree metropolitane del Mezzogiorno a segnare ritmi di aumento particolarmente elevati. Le 14 Città Metropolitane raccolgono il 41,7% di tutte le imprese immigrate. Tra i gruppi nazionali, continuano a distinguersi per un'accentuata partecipazione al settore soprattutto marocchini (14,5% degli immigrati responsabili di ditte individuali), cinesi (11,4%) e romeni (10,6%), ma sono i bangladesi a far segnare gli incrementi maggiori (+332,0% dal 2008).
L'imprenditoria femminile
Un focus particolare è dedicato nel Rapporto di quest'anno alla crescente partecipazione delle donne straniere alle attività indipendenti. Il prof. Maurizio Ambrosini ha evidenziato come le donne migranti, spesso considerate solo alla stregua di vittime passive di varie forme di sfruttamento, riescono sempre più spesso grazie all'auto-impiego a diventare protagoniste del proprio destino.
Particolarmente significativa è stata la testimonianza di Berenice Brown, giovanissima vincitrice dell'edizione del 2017 del MoneyGram Awards. Intraprendenza, determinazione e coraggio hanno portato Berenice a rilevare nel 2013, con l'aiuto del marito un supermercato con annesso panificio che oggi da lavoro a 15 persone, sia italiane che straniere.
Conclusioni
Quello che emerge anche quest'anno dal Rapporto è uno scenario in chiaroscuro: l'imprenditoria straniera si distingue per un forte dinamismo, intraprendenza ed entusiasmo, ma anche per l'elevata vulnerabilità. I problemi fondamentali, dalla cattiva burocrazia al difficile accesso al credito, sono comuni a tutti i lavoratori autonomi, ma per gli stranieri spesso diventato ostacoli difficili da superare senza un sostegno adeguato. Per questo, ha concluso Ugo Melchionda, presidente di Idos, serve un piano di intervento capace di supportare ed orientare in senso quanto più possibile costruttivo i processi in corso. Solo così l'Italia riuscirà a cogliere in pieno tutte le potenzialità dell'impreditoria straniera, trasformandola in volano per il cosviluppo dell'area euromediterranea, nonché per l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane.
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