Immigrazione - Amato: “Per l’integrazione serve un adattamento reciproco tra il paese che ospita e lo straniero”
L'ex Ministro dell'Interno parla anche dell'approccio globale adottato dal 2005 dal Consiglio europeo
MILANO – “Considerare l’immigrazione come una carta per la politica europea”. Per l’ex Ministro dell’Interno, Giuliano Amato, intervenuto alla Seconda Conferenza Nazionale sull’Immigrazione, questo è un fenomeno destinato ad aumentare nei prossimi anni. Come ha detto al riguardo il Cardinale Scola “i grandi processi non chiedono mai il permesso di accadere”, e in realtà accadono, tuttavia l’ex Ministro denuncia che “il processo spesso è vissuto con precostituzioni ideologiche”. E aggiunge: “Considerare l’altro come diverso è un fenomeno tipicamente europeo, l’integrazione è invece un processo che dovrebbe muoversi in due direzioni, e prevede un adattamento reciproco tra il paese che ospita e chi viene ospitato. Spesso – prosegue - si assumono atteggiamenti dove l’adattamento è unilaterale, e riguarda sempre lo straniero”.
Interessante una previsione per il 2050; la popolazione africana sarà cresciuta di circa 1 miliardo, mentre quella europea sarà inferiore di 70milioni rispetto a quella attuale. Un altro dato riguarda i giovani: oggi il rapporto è di un giovane europeo contro due africani, tra dieci anni sarà di 1 a sei. Come affrontare dunque il futuro? “L’emigrazione verso l’Europa continuerà – spiega Amato - ma purtroppo noi non saremo in grado di ospitare tutti i giovani che entreranno in Italia, piuttosto dovremmo mettere le popolazioni africane nelle condizioni di offrire maggiori opportunità ai figli che resteranno a vivere nei loro paesi di origine”.
L’ex ministro dell’Interno passa quindi a spiegare le politiche adottate sul fenomeno dell’immigrazione, e in particolare l’approccio globale adottato dal 2005 dal Consiglio europeo “che associa – spiega - la problematica migratoria alle relazioni esterne e alla politica dello sviluppo per affrontare il programma delle migrazioni in maniera integrata, globale ed equilibrata in partenariato con i paesi terzi. Con tutti questi paesi – spiega - la Comunità ha stabilito un dialogo politico ed economico e relazioni di cooperazione nell’ambito di precisi quadri istituzionali”.
Amato passa quindi a denunciare che “i progetti dei singoli stati membri, sempre più pressati dall’immigrazione clandestina, sono sempre più orientati sul binario dei controlli dei flussi migratori”. L’ex Ministro è favorevole ad una politica orientata a contenere l’immigrazione clandestina, “ma bisogna anche impegnarsi per favorire un migliore sistema di integrazione.
Fonte: www.interno.it